Ma se ce ne fosse una, chi la legittimerebbe? I pontefici delle grandi religioni? Ce ne sono come di catene di grande distribuzione: la gente, spesso, non sa più a chi fare veramente affidamento. L’etichetta “cristiano”, in ogni caso, ha cessato da lungo tempo di essere una garanzia di qualità, perché nel cristianesimo si trova di tutto, come del resto nell’islam, nel buddhismo o nel hinduismo. Il più grande pericolo, nell’ora attuale, sembra proprio essere il sentimentalismo religioso, che rastrella adepti in lungo e in largo a colpi di emozioni superficiali, ma senza proporre nutrimento veramente sostanzioso agli affamati dell’anima.
La nostra preoccupazione, si sarà capito, è di militare in favore di nutrimenti psichici di buona qualità, in particolare nel campo spirituale. Quelli che proponiamo nella nostra rivista Évangile et liberté sarebbero allora migliori di altri? Noi pensiamo di sì. Niente, in questo campo, ci mette al riparo dalle debolezze, ma questo giornale fa l’impossibile per fornire sano nutrimento, quello che favorisce il rispetto della persona, che lotta contro gli integralismi che rinascono ovunque, che difende la libertà individuale di credere e di dubitare, di pensare e di mettere in discussione.
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