E poi, la parola “tempio” indica molto male quello che facciamo lì. Quando si dice “tempio” si pensa naturalmente ai templi greci, a quei luoghi destinati all’adorazione delle divinità pagane, o ancora ai riti massonici, e i nostri culti non hanno molto a che vedere con tutto questo.
Il riferimento fondamentale, ovviamente, è il tempio di Gerusalemme, ma in realtà è difficile immaginare che i protestanti abbiano mai potuto volere che i loro templi lo sostituiscano. Sarebbe antievangelico, Cristo non ha smesso di criticare e condannare il culto giudaico che ruotava attorno al Tempio. Il messaggio non è che è Cristo il nostro tempio, o noi stessi secondo Paolo, ma in nessun caso un qualsiasi edificio?
Bisogna credere che i protestanti si siano smarriti e abbiano fatto questa scelta curiosa per anticattolicesimo viscerale; bisognava trovare un’altra parola, fare cose diverse. Negli ambienti evangelici si dice semplicemente “sala di riunione”. È meno poetico, ma certamente più giusto.
Ma questo uso noi lo riceviamo da coloro che ci hanno preceduti; anche il legame con la storia è importante, e l’essenziale è sapere cosa vogliamo mettere al di sotto delle parole.
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