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La fede che sposta le montagne ( Marco 11,22-24 )

Nella Bibbia, la “fede” non designa il sentimento religioso, tanto meno la dottrina. L’emozione religiosa è qualcosa di buono ma di accessorio; quanto ai dogmi, forniscono una cornice alla fede ma non vengono al primo posto. La fede, qui, è la “convinzione”, una certezza interiore che dona una forza straordinaria, uno slancio che spinge a fare grandi cose che sembrerebbero impossibili a priori. Per questo bisogna credere, superare i “non è possibile” e i “non funzionerà mai” perché si crede che con Dio molto è possibile.

La fede fa uscire dall’assennato e dal ragionevole per catapultarci nel mondo dello straordinario; è l’apertura dei possibili, la rottura con il determinato e con la ripetizione senza fine. Bisogna avere una dose di follia per avere dei progetti e agire in questo mondo. Bisogna credere che è possibile uscire dal quotidiano, che si può cambiarlo, avere una vita nuova.

Un altro senso di “avere fede” è “avere fiducia”. L’ “Abbiate fede in Dio” può essere allora un invito a non credere solamente in se stessi, cosa che sarebbe scoraggiante, essendo limitati e deboli. Avere fiducia in Dio non è credere che farà tutto al posto nostro ma sapere che la nostra azione non è onnipotente, che le cose possono evolvere senza di noi. La fede in Dio ci sbarazza di parecchie preoccupazioni riguardo a noi stessi. E quando una cosa dovrebbe essere compiuta l’appello all’azione può presentarsi come più importante delle riserve che si possono avere contando sulle proprie forze. Questo è possibile perché non si è il centro di tutto e perché si sa di non essere la causa ultima di tutto ciò che riesce o fallisce.

Ma se questa fede sposta le montagne, resta ancora da sapere di quali montagne si parla. Si può prima di tutto vedere la montagna come il luogo della rivelazione di Dio. Con la fede si può spostare la montagna dappertutto, persino in fondo al mare. Anche in mezzo alle prove peggiori si può trovare una montagna luminosa, una parola di vita, una speranza, vedere la vita stessa nella morte, credere alla luce anche di notte.

Ma le montagne possono anche essere negative come in Isaia 40 che chiede che ogni montagna sia abbassata per lasciar venire il Signore. Sono gli ostacoli tra noi e Dio, che è la vita, la felicità, la realizzazione. Ci sono montagne di egoismo, di assurdità, di indifferenza, di attaccamenti ingannevoli… La fede permette di gettare tutto questo lontano, in fondo al mare, nell’abisso, perché non ne resti nulla.

Se la fede è convinzione, essa consiste anche nel fare un lavoro di purificazione, non si può conservare tutto, la vecchia vita, gli attaccamenti sbagliati, e voler cominciare di punto in bianco una nuova vita: “Non si mette vino nuovo in otri vecchi”. Bisogna avere il coraggio di spogliarsi di ciò che ingombra e che non vale nulla.

E poi, sbarazzarsi di queste montagne è anche togliere quello che oscura l’orizzonte, quello che impedisce di vedere più lontano della punta del proprio naso. Avere fede in Dio è aprire orizzonti infiniti, vedere lontano, liberare lo spazio della propria vita.

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