Parola atea. L’essere atei e osare guardare in faccia il nulla…
Di Ronan Loaëc*
Traduzione di Giacomo Tessaro
* Ronan Loaëc, giornalista e fotografo, è ex caporedattore della rivista Chasseurs d’Images e autore di numerose opere sulla fotografia.
L’anticlericalismo non è la stessa cosa dell’ateismo e la fede non sempre fa capo alle istituzioni religiose. Non si devono confondere i sistemi religiosi (che hanno sequestrato la spiritualità) con la fede. Non ho alcuna simpatia per le organizzazioni religiose, le loro coercizioni (psicologiche, comunitarie, politiche) e i loro dogmi; la fede invece mi pone domande, soprattutto quella dei mistici. L’agnosticismo può sembrare ragionevole, dato che non c’è nessuna prova né di Dio, né dell’assenza di un “mondo oltre il mondo”. E allora, perché l’ateismo?
Immaginiamo che si affermi l’esistenza degli unicorni invisibili, e dato che io non ci credo, si esiga da me la prova della loro inesistenza… Quando le religioni accusano l’agnosticismo di essere una soluzione di ripiego, invertono il senso della dimostrazione: spetta a loro, che affermano [l’esistenza di Dio], portare delle prove. Il mio ateismo è logico, fondato e coerente e non ha bisogno di presentarsi come una religione rovesciata. Inoltre, l’esistenza non si postula, si vive; non è un predicato, né un concetto, bensì un’esperienza (Kant). Ecco perché solo la testimonianza dei mistici mi insinua dei dubbi.
Infine, postulare un dio creatore non è altro che una scorciatoia per eludere la questione dell’origine (perché esiste qualcosa piuttosto che il nulla?): un’aporia a scatole cinesi. L’evoluzionismo, la paleontologia e la genetica delle popolazioni mostrano che l’Uomo non ha avuto un’origine improvvisa e specifica, come Adamo; oggi, l’unica cosa che ci differenzia dal resto delle specie animali è lo sviluppo della nostra corteccia cerebrale. La coscienza, negli animali, è certo frammentaria, ma comunque non è esclusiva dell’Uomo. “L’anima eterna, specifica degli uomini” (quali? Gli uomini di Neanderthal avevano un’anima, o no?) non è altro che una chimera per nascondere l’orrore della morte. Una chimera molto poco efficace: persino Cristo ha conosciuto l’angoscia della morte nella solitudine del Getsemani!
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