Editoriale giugno-luglio 2018
Di Jean-Marie de Bourqueney*
Traduzione di Giacomo Tessaro
* Jean-Marie de Bourqueney è pastore della Chiesa Protestante Unita a Parigi-Batignolles. Partecipa alla redazione e alla direzione di Évangile et Liberté. Si interessa soprattutto di dialogo interreligioso e teologia del processo.
Amo il mondo così com’è, nella sua complessità! Non mi piace quando vengono contrapposti il Cielo e la Terra, il “mondo libero” e il mondo sovietico, lo shock delle civiltà, i neri e i bianchi, i Francesi purosangue e… gli altri! L’Evangelo, così come lo leggo, mi chiama ad andare verso il mondo, a vivere in questo mondo, ad amarlo e servirlo; non mi chiama a fuggirlo perché il Cielo è migliore, ma a rendermi conto che il cielo comincia al di là della mia pelle, tra di noi, che il Cielo di Dio non è una fuga dagli uomini.
Non mi piace nemmeno quando qualcuno contrappone le religioni, senza scorgere gli insospettati ponti per il dialogo. Non mi piace quando si dice che i protestanti sono cristiani non cattolici, che si definiscono in opposizione al cattolicesimo, e quando si dice che i protestanti liberali vanno semplicemente contro quelli ortodossi o evangelici. Infine, non mi piace quando qualcuno contrappone fede e ateismo in una riduzione semplicistica, dato che, fra zero e dieci, non so a che livello sia la mia fede.
Amo il mondo che cerca se stesso, che si costruisce. Amo l’essere umano che incontra, dialoga e condivide. E credo anche che Dio ami l’essere umano, senza giudicarlo, e senza costringerlo a praticare una religione per potersi salvare. Mi sento triste quando vedo chi pensa di aver trovato una risposta definitiva a tutto… Si annoierà, si ripiegherà su se stesso, giungerà ad odiare gli altri. Il mio Evangelo è un Evangelo che compie la scelta dell’Uomo.
Vorrei che inventassero un nuovo strumento di misurazione: il “finezzometro”, che potrebbe aiutarci ad abbandonare le nostre opinioni perentorie e di rimettere la finezza al centro del dibattito, della vita e della fede. Anche quando saremo in disaccordo o in opposizione, potremo comunque essere, tutti, una forza propositiva, cercatori di verità e costruttori del domani.
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