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Perché sono ancora cristiano

Essere un ribelle, seguendo l’esempio dei profeti e di Gesù, per denunciare l’ipocrisia

 

  1. Sono ancora cristiano perché sono un protestante liberale

 

Di Camille Jean Izard

 

Traduzione di Giacomo Tessaro

 

Ecco una prima risposta: sono ancora cristiano perché sono un protestante liberale. Sono ancora cristiano malgrado i dubbi, le prove, le sofferenze inevitabili della vita; tra qualche mese avrò 90 anni. Da molto tempo ho capito che la vita nella fede non è paragonabile a un lungo fiume tranquillo. Ci sono interrogativi e rotture. Ma ho sempre avuto la convinzione che la mia vita si svolgesse sotto lo “sguardo”, sotto la custodia di colui che Gesù chiamava “Padre”. Sono ancora cristiano perché sono un ribelle sull’esempio dei profeti, di Gesù, dell’apostolo Paolo, i quali non hanno esitato a stigmatizzare, a maledire, a denunciare pubblicamente l’ipocrisia deleteria di certi gruppi e responsabili religiosi. Sono ancora cristiano malgrado la mia posizione critica a proposito di certe affermazioni dogmatiche sulla natura stessa di Dio. Infine, sono ancora cristiano sull’esempio dell’apostolo Paolo: per me, vivere è Cristo. Per quanto riguarda la morte, essa non è che un passaggio verso la luce di Dio e la pienezza della comunione dei santi. Arrivato ormai al termine della vita, posso constatare come la mia fede si sia purificata e semplificata, fino a essere simile a quella, semplicissima, dei bambini.

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À propos Gilles

a été pasteur à Amsterdam et en Région parisienne. Il s’est toujours intéressé à la présence de l’Évangile aux marges de l’Église. Il anime depuis 17 ans le site Internet Protestants dans la ville.

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