Letta da Olivier Favre su una colonna dell’abbazia di Issoire
Traduzione di Giacomo Tessaro
Chiudi l’ombrello, fratello mio. La preghiera non è un ombrello.
Dio non vende ombrelli, gli piace troppo il vento.
Avevo paura di bagnarmi. Mi credevo al sicuro sotto il mio ombrello-preghiera.
Ma tu mi hai dato una lavata, Signore. La raffica è venuta di lato e l’ombrello si è capovolto.
Credevo che anche tu ti rifugiassi sotto l’ombrello: tu, il padrone dello Spirito.
Avevo l’opportunità di avere un pezzettino di paradiso…
Ho aperto gli occhi: nessuno sotto l’ombrello.
Nessuno, tranne me. Un uomo all’asciutto, un uomo asciutto. Le dita strette attorno al manico dell’ombrello-preghiera.
Vieni, padrone del vento e dello Spirito. Molla ai quattro venti il mio ridicolo ombrello e il mio ombrello-preghiera.
Tu, il Dio dei senza ombrello, spingimi fuori, nel vento. Dammi una lavata, Signore.
Ma donami anche la forza di coloro che tu intridi di Spirito.
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