Di André Gounelle*
Traduzione di Giacomo Tessaro
Mathieu Ricard ha recentemente sottolineato che noi godiamo di una sicurezza molto superiore a quella dei nostri avi: rispetto a loro abbiamo molte meno possibilità di essere assassinati, di perire in un incidente, di essere uccisi in un conflitto armato.
Se tutto questo è statisticamente esatto, non corrisponde però a ciò che avvertiamo: abbiamo piuttosto l’impressione di essere sommersi da una violenza senza precedenti. Il fatto è che la violenza, in altri tempi ignorata o nascosta, oggi è divenuta uno spettacolo. I terroristi scelgono determinati bersagli perché facciano parlare di loro, per occupare la scena da protagonisti. Mi viene da chiedermi se le edizioni speciali della radio e della TV non concedano loro una soddisfazione e una vittoria ben maggiori del numero di vittime dei loro crimini.
Se la violenza diventa esibizionista, lo stesso non accade per la dolcezza e la bontà, che rimangono modeste e discrete, seppur attive. Gesù ci dice che il Regno di Dio non viene in modo eclatante; parla di ciò che accade nel segreto e non si espone pubblicamente; fa appello alla fedeltà nelle piccole cose; insiste sui due o tre che si riuniscono e non sulle folle che si ammassano. La violenza spettacolare è demoniaca e ingannatrice. Le azioni umili di noi esseri deboli sono più forti e sono sorgenti di speranza: Dio agisce attraverso di esse, senza bisogno di trasmissioni speciali per renderle efficaci.
* André Gounelle è pastore riformato, professore onorario all’Istituto protestante di teologia di Montpellier, autore di numerosi libri e collaboratore di Évangile et Liberté da 50 anni.
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