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“Crocifisso!”

Di Jean-Marie de Bourqueney*

Traduzione di Giacomo Tessaro

Dato che sono appassionato di pittura in generale e di quella di Botticelli in particolare, mi capita di fare delle ricerche di immagini per illustrare un culto o una conferenza. Eccomi dunque, in occasione della settimana “santa” (sono sempre rimasto stupito dalla “santità” di tale settimana, ma questo è un altro discorso…), preparare il culto del venerdì “santo” (ancora!). Digito “crocifisso” su Google, sperando veramente di trovare delle rappresentazioni alternative a quelle classiche che avevo utilizzato fino ad allora nei culti. Quale non fu la mia sorpresa nel vedere numerose pagine consacrate… allo sport! Nadal aveva “crocifisso” il suo avversario, Messi (un nome da predestinato!) aveva “crocifisso” il portiere del Real Madrid. E non aggiungo altro… Sapevo che il vocabolario religioso influenza spesso il linguaggio corrente: per esempio, quando si parla di ecumenismo tra partiti politici. In quel caso però mi stupiva la violenza del concetto. “Crocifiggere” qualcuno che, come voi, sta solamente giocando, è qualcosa di inquietante. Lo sport è certamente divenuto, o forse è sempre stato, lo sfogatoio di ogni violenza, come in altri tempi i giochi del circo: René Girard ha mostrato con pertinenza tale violenza fondativa. Lo sport diviene così il luogo in cui si difende un’identità, una città, una nazione. Che sia uno sfogatoio mi sta bene, ma non che diventi un patibolo! Potremmo d’altronde dire la stessa cosa del nostro rapporto con gli uomini politici, che si lasciano fischiare e contestare ovunque vanno, facile e sistematico bersaglio dei giornali, fenomeno che, con un termine preso in prestito dall’inglese, si definisce “bashing”. A quando il “crucifying”?

 

Si pone quindi una domanda: quali parole più pacifiche potremmo proporre ai commentatori sportivi? Ne propongo una: “Chiesa”. Questa parola, originariamente presa in prestito al vocabolario politico greco (ekklesia), designava la comunità dei liberi cittadini. Proponiamo allora che i giocatori e gli spettatori divengano una Chiesa, al Vélodrome o al Parco dei Principi…

 

* Jean-Marie de Bourqueney è pastore della Chiesa Protestante Unita a Parigi-Batignolles. Partecipa alla redazione e alla direzione di Évangile et Liberté. Si interessa soprattutto di dialogo interreligioso e teologia del processo.

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À propos Gilles

a été pasteur à Amsterdam et en Région parisienne. Il s’est toujours intéressé à la présence de l’Évangile aux marges de l’Église. Il anime depuis 17 ans le site Internet Protestants dans la ville.

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