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Ernest Renan Difensore di un cristianesimo della ragione

 Ernest Renan (1823-1892) ha avuto il grande merito di aver fatto uscire le ricerche bibliche dalla riserva di caccia delle Chiese e di aver gettato le basi di una esegesi biblica che si affida più alla ragione che alle dottrine cristiane preesistenti. Fu sempre molto attirato dal cristianesimo, ma, affascinato dalla scienza, razionalista fino alla radice dei capelli, non tollerava che questa religione si basasse su fenomeni soprannaturali e irragionevoli.

Con questo perse la fede? Ecco ciò che scrive nelle sue memorie giovanili: “ In fondo, sento che la mia vita è sempre governata da una fede che non ho più. La fede ha questo di particolare: scomparsa, essa agisce ancora. “

Renan nasce nel 1823 a Tréguier in Bretagna. Sapeva, dalla più tenera età, di essere destinato al sacerdozio, come molti bambini brillanti. E questo gli piaceva. Ebbe sempre molto rispetto e ammirazione per tutti i sacerdoti insegnanti che frequentava. Trovava in loro un valore morale fuori dal comune. Ricevette la prima istruzione nel piccolo seminario di Tréguiet di cui conserverà sempre un ottimo ricordo. Vi apprese “ l’amore della verità, il rispetto della ragione, la serietà della vita “. Lì fu allevato con un grande rigore morale che lo segnerà per tutta la vita.

A quindici anni entrò nel seminario di Saint Nicolas-du-Chardonnet a Parigi, poi a quello di Issy- les-Moulineaux, dove si appassionò alla filosofia, ma anche alle scienze.

Infine, ventenne, entrò nel grande seminario di Saint Sulpice. Ma la sua iniziazione alla scienza, alla quale era molto legato, lo gettò in una crisi profonda che durò almeno due anni. Non poteva ammettere l’irrazionale in teologia, per esempio l’importanza dei fenomeni soprannaturali come giustificazione del cristianesimo. Non sopportava più la sicumera della Chiesa che, per tutta risposta davanti alle domande imbarazzanti, sosteneva di essere depositaria della verità. Nondimeno amava molto i suoi maestri e ammirava l’ampiezza delle loro conoscenze. Ma, secondo lui, mancavano di spirito critico. Renan invece ne aveva, e lo conduceva a trovare troppo fragili le basi del cristianesimo come erano presentate dalla sua Chiesa. Coraggiosamente lasciò il seminario, fu protestante per due mesi, e s’installò nella pensione più vicina. Visse lì, all’inizio, di piccoli lavoretti, e lì incontrò il futuro grande chimico Marcellin Berthelot, che la sera gli parlava della scienza e delle leggi della natura. Divennero grandi amici.

Dopo aver imparato l’ebraico in seminario, divenne rapidamente un grande specialista di lingue semitiche, cosa che non gli impedirà di superare il concorso per una cattedra di filosofia. Nominato professore di ebraico al Collège de France nel 1862, viene dimissionato fin dalla seduta inaugurale a causa degli intrighi della Chiesa. Ritroverà la sua cattedra solo otto anni più tardi, dopo la caduta del secondo Impero.

Ma la sua vera passione era le origini del cristianesimo. Dal 1863 al 1881 ne scrive la storia in sette volumi. Seguì molto da vicino lo sviluppo, compiuto dalla scuola liberale tedesca, della critica storica applicata al Nuovo Testamento. Questa scuola cercava di trovare un equilibrio tra il Gesù presentato dalla Chiesa, il Gesù del Nuovo Testamento, e il personaggio storico. Renan pubblicò nel 1861 La vita di Gesù ( La vie de Jésus ), libro ispirato dalla ragione che ebbe immensa risonanza. Gli ambienti ecclesiastici, tanto cattolici che protestanti, lo condannarono, ma fu molto meglio accolto dagli intellettuali meno legati alle Chiese. Ecco alcune frasi che mostrano bene lo spirito del libro:

“ La rivoluzione che Gesù voleva fare era una rivoluzione morale. Voleva agire sugli uomini e attraverso gli uomini. Era un idealista. Per lui il Regno di Dio era un regno dello spirito. “ “ I dettagli dei vangeli non sono veri alla lettera, ma sono veri di una verità superiore. “

Oggi sono in pochi a scioccarsi per queste frasi, ma nel 1860 fecero scandalo.

Entrato all’Académie Française nel 1878, fu un grande studioso che si batté tutta la vita per permettere al cristianesimo di recuperare il tempo perso a causa dei conservatori.

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