Dello shaikh Khaled Bentounès
Lo shaikh Khaled Bentounès è scrittore, pedagogo e conferenziere e percorre il mondo come messaggero di pace. È presidente dell’Associazione Internazionale Sufi Alâwiyya (AISA), la cui vocazione principale consiste nell’operare in vista di una società in cui si possa convivere in pace, poggiando su un retaggio spirituale e umanista.
Traduzione di Giacomo Tessaro
Fin dalle origini ogni società si è sempre fondata sull’educazione e la trasmissione di valori materiali, morali e spirituali. Nel corso delle epoche gli uomini non hanno mai smesso di costruire civiltà grazie alla trasmissione continua di valori e principii, che spesso sono cambiati ed evoluti, talvolta regrediti.
Oggigiorno la nostra società, erede di tale passato, deve confrontarsi con una mutazione e un mescolamento culturali imponenti. Sempre più l’Oriente e l’Occidente tendono a confondersi. La mondializzazione tende la sua tela e se ne infischia dei valori degli uni e degli altri. Apparentemente questo è il regno dell’uniformità, della globalità.
Questa dinamica, lungi dal condurci verso l’unità, ci porta verso un mondo binario, dualistico, sempre più frammentato, crea un mondo problematico, fondato su opposizioni e antagonismi. Invece dell’universo di unità al quale ci invitano i valori universali contenuti nelle varie saggezze e tradizioni, questa dinamica non permette all’essere di vivere e percepire tale unità attraverso la creazione, e tanto meno di realizzarla.
La diversità, come noi la percepiamo nel mondo fenomenico, è costituita da una straordinaria varietà di specie, di colori, di forme; ma in realtà, se osserviamo la vita con attenzione, scientificamente, scopriamo che, nella sua realtà ultima, essa è una cosa sola. L’intero universo è composto di una sola e medesima sostanza, energia o materia, che si manifesta ai nostri occhi in forme multiple. Tale unità è alla base della creazione e ad essa ci conduce l’educazione al risveglio spirituale, oggi dimenticata anche nel mondo islamico, di cui pure era il messaggio essenziale: il “tawhid”, l’unicità. Questo sentiero ci porterà poco a poco a ritrovare l’origine primordiale inscritta dentro di noi e, da lì, l’unità del Tutto, l’unità del Vivente.
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