Di André Gounelle
pastore, professore onorario all’Istituto protestante di teologia di Montpellier, autore di numerosi libri e collaboratore di Évangile et Liberté da 50 anni.
Traduzione di Giacomo Tessaro
Tratto dal Blog della Redazione, 4 dicembre 2015
Una marmitta in bollore, che minaccia di bruciare tutto: ecco l’immagine che per il profeta Geremia simboleggia la situazione da lui vissuta. Si adatta bene a questo 2015 (altrettanto terribile del 1915 e del 1815) con la sua catena di massacri e miserie, estremismi e repressioni, atrocità e furfanterie, degrado ecologico e climatico. Si ha la sensazione che l’uomo, con perseveranza suicida, si accanisca a rovinare il mondo e far marcire la vita.
Nello stesso testo Geremia utilizza un’altra immagine: un fiore di mandorlo, al tempo stesso bello e fragile. Spesso vedo, sul tram, dei giovani che cedono il posto agli anziani; incontro dei pensionati che si impegnano a soccorrere, confortare e offrire un po’ d’amicizia ai diseredati; conosco molte persone, come insegnanti e medici, che compiono coscientemente un lavoro sempre più difficile; constato gli sforzi per inquinare meno. Nelle tenebre che ci circondano brillano delle piccole luci.
Non sto cercando di consolare, né di rassicurare, né di alleggerire il peso del pessimismo con un pizzico di ottimismo. Non voglio fare altro che ricordare che, accanto alle gigantesche caldaie della barbarie e della crudeltà, spunta qualche fiore di bontà e solidarietà. Possiamo cercare noi stessi di coltivare uno di questi piccoli fiori che riflettono e incarnano una parte della speranza e del progetto di Dio: gli uomini riconciliati e un mondo pacificato.
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