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La Bibbia non basta

Di James Woody

 

La rappresentazione della realtà non è identica alla realtà! Con questa semplice constatazione James Woody cerca di farci capire che la Bibbia non dice tutto, che essa è un appello alla ricerca e alla interpretazione

 

 

Traduzione di Giacomo Tessaro

 

Non è possibile creare una mappa del mondo in scala 1:1, vale a dire una mappa a grandezza naturale. Non solo sarebbe impossibile farvi apparire, in tempo reale, tutte le evoluzioni del mondo (gli esseri viventi che si spostano, la natura che evolve, le costruzioni etc.) ma una mappa simile, per poter esistere, dovrebbe essere posata per terra, sostituendosi al mondo così com’è. Le mappe sono quindi delle riduzioni di ciò che vogliono rappresentare e chi le crea deve fare delle scelte: non è possibile rappresentare tutto e alcune cose rappresentate devono essere ingrandite, non devono essere in scala per poter essere viste. È il caso, per esempio, delle strade che sono più grandi sulle mappe che non nella realtà, se teniamo conto della scala.

 

Con la Bibbia è la stessa cosa. La Bibbia non può contenere il mondo e non può nemmeno contenere la vita. Questo è del resto ciò che esprime il redattore della fine del vangelo secondo Giovanni: “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero” (Giovanni 21:25). Questo è confermato dal fatto che i quattro vangeli della Bibbia sono delle cattive biografie, che ci informano molto poco sull’uomo Gesù e, in generale, sui personaggi che popolano i loro racconti. Questo vale per l’insieme dei racconti biblici. Possiamo stupirci, per esempio, che il primo libro di Samuele consacri l’intero capitolo nono al racconto della ricerca delle asine da parte di Saul. Non c’era nulla di più importante all’epoca? Qui abbiamo come una lente che permette al lettore di interessarsi a un aspetto particolare della vita (cos’è un padre, cos’è un figlio?) senza cercare di rendere conto della totalità della vita.

 

Oltre all’effetto di ingrandimento, un’altra cosa che potremmo deplorare sono gli errori storici contenuti nei testi biblici. La presa di Gerico raccontata in Giosuè 6 ha con la storia, intesa in senso contemporaneo, lo stesso rapporto che avrebbe una narrazione che presentasse i soldati tedeschi che entrano a Parigi dopo aver fatto cadere le mura di cinta erette ai tempi di Filippo Augusto, che all’epoca già non esistevano più da un pezzo.

 

La Bibbia non è una mappa catastale in scala 1:1, né lo scenario integrale della nostra vita. È, al contrario, un potente stimolante per suscitare la curiosità e l’interesse per il lato non unicamente materiale della vita, per ciò che sta al di là di noi stessi: l’esistenza. La Bibbia non basta per dire la vita nei suoi minimi dettagli, in tutta la gamma delle sue sfumature, ma è capace di appassionare il lettore all’esplorazione della vita come si trova, in germe, nelle parole dei testimoni biblici, nelle promesse che risuonano nella bocca dei profeti. La Bibbia non può quindi essere letta come un libretto d’istruzioni da seguire alla lettera. Ogni lettura esclusivamente letterale fa correre al lettore il rischio di essere prigioniero di una vita in ritardo sul presente.

 

Allo stesso modo in cui il mondo è più della mappa, la vita è più della Bibbia. Non è possibile vivere con gli occhi inchiodati sul testo biblico senza soffrire di una diminuzione di vita. Contro questo rischio, gli autori biblici hanno deliberatamente piazzato, in numerosi luoghi, quello che serve a neutralizzare una lettura letterale, come quando il vangelo secondo Giovanni evidenzia i malintesi tra coloro che prendono alla lettera ciò che dice Gesù e colui che parla utilizzando una metafora (Giovanni 9:40), o come quando il redattore del libro di Ezechiele ha cura di precisare che la visione del primo capitolo è una similitudine, qualcosa che assomiglia al reale messo per iscritto (versetto 26). La Bibbia ci insegna l’arte dell’interpretazione perché possiamo a nostra volta interpretare la realtà che ci circonda, interpretare le situazioni con le quali ci dobbiamo confrontare e vivere, al di là della Bibbia.

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À propos Gilles

a été pasteur à Amsterdam et en Région parisienne. Il s’est toujours intéressé à la présence de l’Évangile aux marges de l’Église. Il anime depuis 17 ans le site Internet Protestants dans la ville.

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