“Attraverso il dono, che i pastori evangelici chiamano “assumersi le proprie responsabilit_ nell’amministrazione dei beni di Dio” (traduzione del termine “mayordomia”) il povero acquista una sua dignit_, un posto nel mondo e l’arte della responsabilit_. Tutti gli evangelici sono fieri di pagare la decima, ne parlano spesso e apertamente come di un successo personale. _ il dono che li promuove dal semplice regime di sopravvivenza a un’altra dimensione esistenziale; mentre prima di entrare in tali gruppi vivevano di assistenza e di espedienti, ora diventano degli esseri necessari. Dire a un povero “Dona del denaro” _ talmente inatteso e incongruo che la cosa non pu_ che capovolgersi: “Anch’io posso donare”. Lungi da noi pretendere che uscire dalla povert_ sia solamente questione di buona volont_: i gruppi evangelici forniscono una cornice, una rete di relazioni a partire da cui il credente pu_ rifarsi una vita. Solamente in un contesto cos_ strutturato _ possibile capire come un drogato, un ubriacone, un ladro o un assassino possano costruirsi un’altra esistenza.” (“La conversion _ l’_vang_lisme”, L’Harmattan).
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