La Bibbia nella metro

Mi prende una vertigine del pensiero: tutt’a un tratto ho vergogna della Bibbia? Vergogna del mio impegno di pastore? O forse ho un rispetto quasi fanatico della laicità e della neutralità dello spazio pubblico? Conoscete la vertigine… un bilancio della vita concentrato in una frazione di secondo. E tutto questo nella metropolitana, in mezzo a viaggiatori indifferenti che non immaginano l’agitarsi dei miei neuroni. Fortunatamente arrivo alla mia fermata (Rome, niente succede per caso a un pastore…)

Eccomi a casa, pronto a riprendere la mia riflessione sulla Bibbia, che ha ritrovato il suo posto sulla mia scrivania. Allora, di cosa ho avuto vergogna per mascherare questa disgraziata Bibbia? La risposta non tarda a venire: no, non ho vergogna della Bibbia, ma devo confessare la mia vergogna per quello che hanno fatto della Bibbia.

Ho vergogna di un cristianesimo che emana regole e dogmi senza ascoltare il cuore dell’uomo;

Ho vergogna dei discorsi religiosi tutti zucchero e miele di certi catechismi o di certe dichiarazioni delle Chiese;

Ho vergogna dell’enciclopedia degli errori del cristianesimo, delle crociate di ieri e di oggi;

Ho vergogna della pompa vaticanesca e del fondamentalismo protestante;

Ho vergogna dell’islamofobia talvolta diffusa da cristiani in crisi d’identità;

Ho vergogna dell’immagine del cristianesimo che ci fa dimenticare l’Evangelo!

In breve, non ho vergogna né della mia fede, né della mia riflessione teologica, né del mio impegno, ma ho vergogna dell’Evangelo sfigurato. La prossima volta mi porterò in metro, con la mia Bibbia bene in vista, un giornale dal titolo che risuona come un programma e una speranza: Évangile & liberté (Evangelo e libertà)!

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