Quando si viveva in un mondo feudale gerarchizzato ognuno esigeva con presunzione e orgoglio la sottomissione degli uomini situati al di sotto, come ci si sottometteva con ossequiosità a coloro che erano superiori; questa situazione, che oggi ci appare assurda, ha evidentemente prodotto delle concezioni morali e teologiche ormai da rivedere. Si poneva Dio in cima alla piramide; al di sotto c’erano l’imperatore e il papa, poi i duchi, i conti, i vescovi etc.
Si pensava che Dio fosse geloso della sua autorità, che fosse infuriato come lo erano i re e i duchi quando sentivano gli uomini sfuggire loro.
Un Dio che esigeva riparazioni e sacrifici espiatori per calmare la sua collera insensata come i signori che massacravano allegramente i contadini ribelli ed esigevano il loro pentimento.
Sono arrivate la Rivoluzione francese, la Guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti, i Diritti dell’uomo etc. È cambiata molto la mentalità. È evidentemente cambiata la nostra definizione di Dio; lo si concepisce più vicino a noi, più umano, pieno di empatia e meno minaccioso. Nel 2012 non si pensa più a Dio come si faceva nel Medio Evo o anche prima del ’68. Ed è una cosa molto buona.
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