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Dagli dèi a Dio

L’etnologia, la storia delle religioni, la psicologia forniscono dei dati sempre più precisi sulle cause e le condizioni della genesi dell’idea di Dio. Il sorgere di questo pensiero sembra legato alla più primitiva esperienza umana. Quali sono le caratteristiche principali degli dèi che l’umanità ha conosciuto?

Si trovano molti “dèi celesti” nelle prime religioni politeiste. Il cielo si rivela infinito, trascendente. L’”altissimo” diviene spontaneamente un attributo della divinità, il cielo è la dimora degli dèi. Un grande numero degli “dèi supremi” delle popolazioni primitive portano nomi che designano l’altezza, la volta celeste, i fenomeni meteorologici.

Baiame, il dio supremo delle tribù aborigene del sud-est dell’Australia, abita il cielo, presso un grande corso d’acqua (la Via lattea). Quasi ovunque in Africa si trovano le tracce di un grande dio celeste, creatore di tutte le cose, inaccessibile per la maggior parte del tempo. In Mesopotamia, Anu regna sui cieli; occupa, a questo titolo, il vertice del pantheon classico babilonese.

Per alcune religioni gli dèi non stanno nei cieli ma nei templi. Nell’antico Egitto, in tutte le epoche, il tempio, dimora degli dèi che lo abitano sotto forma di statue, è stato l’elemento più importante degli agglomerati umani.

E il Dio d’Israele? Il riconoscimento di un monoteismo assoluto, che a noi oggi sembra evidente, è apparso solo lentamente presso il popolo d’Israele. All’epoca di Mosè non si contesta l’esistenza di altri dèi, ma Yahvè è concepito come il più potente di tutti gli dèi. È durante l’esilio che compaiono le affermazioni più esplicite del monoteismo radicale (Isaia 44,6). Egli è creatore e agente. È al tempo stesso il Dio totalmente altro, tre volte santo, e il Dio vicino. “Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro” (Esodo 25,8). Ma il Dio d’Israele è ovunque “Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere” (1 Re 8,27); si manifesta nel cespuglio in fiamme, nella nuvola, in “un mormorio di vento leggero” (1 Re 19,12), nella tenda dell’Incontro…

E per noi oggi? Laurent Gagnebin, professore onorario alla Libera facoltà di teologia di Parigi e direttore della redazione di Évangile et liberté, propone delle risposte a questa domanda.

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