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Io avrei scelto Iside, non Gesù

 Gli evangelicali, che molto spesso vengono considerati i cristiani-tipo d’America, hanno avvelenato la vita religiosa americana. A causa loro la gente identifica il cristianesimo con un sistema di vincoli e obblighi di cui naturalmente non vogliono sapere nulla. Lo stile evangelicale, con il suo spirito di comunità intransigente, non lascia spazio ai turisti religiosi, ai visitatori di passaggio o agli agnostici. Le chiese evangeliche conservatrici sono luoghi di insegnamento e edificazione. Non serve a niente stare lì se non si è credenti o almeno in cammino verso la fede.

Queste chiese sono quello che il Nuovo Testamento chiama la Chiesa, delle comunità di iniziati e di catecumeni. Ma non c’è mai stata molta gente nella Chiesa del Nuovo Testamento. Fino alla conversione di Costantino, i cristiani non erano che una piccola minoranza dell’Impero. In seguito il loro numero è aumentato, non solo perché era materialmente vantaggioso professare la fede dell’Imperatore, ma un’altra ragione era che il cristianesimo era ormai la cultura religiosa dell’Impero e che la liturgia era divenuta un rituale civico.

Si è sempre detto che è stata una pessima cosa, che questo segnò la fine del cristianesimo come controcultura radicale dei poveri e dei meno privilegiati, e l’inizio del cesaropapismo. Ma il cristianesimo primitivo radicale non ve bene per tutti. Personalmente, se fossi vissuta nel primo secolo, non sarei mai stata uno dei discepoli di Gesù o di san Paolo; sarei stata senza dubbio una devota iniziata al culto di Iside o di un altro di quei culti misterici. Non ho la stoffa della martire, e poi sono molto “Chiesa alta”: per me, il cristianesimo significa cerimonie, musica, e forse soprattutto l’atmosfera delle chiese. Io sono una cristiana costantiniana.

Ma non è lo stesso per la maggior parte di noi? Gli evangelicali hanno per il momento il vento in poppa. Ma il futuro è nostro, dei cristiani costantiniani, degli scettici, dei “Laodicei né freddi né ferventi”, dei non credenti che apprezzano le parti buone della religione.

Lo stile evangelicale non fa per noi ma non abbiamo nemmeno bisogno di liturgie umaniste, di santuari profani e dei templi senza Dio di de Botton [scrittore e filosofo che propone una religione universale atea n.d.t.]. La Chiesa anglicana non scruta al fondo delle anime e questo ci va benissimo.

Noi preghiamo (quelli tra noi che credono in Dio!) perché la Chiesa anglicana conservi le sue tenui esigenze così che noi, che siamo imperfetti e di poca fede, possiamo conservare tranquillamente il nostro posto nella Chiesa e, ci auguriamo, nel Regno dei cieli.

Church times, 4 maggio 2012

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