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“Quando dico Dio…”

 Dire Dio: io taccio; poi ritrovo tutti coloro attraverso i quali Dio ha risuonato in me, permettendomi di riconoscere la sua presenza nell’altro. “Talvolta posava davanti a sé un bicchiere che zuccherava lentamente e dimostrava perentoriamente, facendolo gustare ai bambini, che Dio è nel mondo come lo zucchero nell’acqua; ‘Non lo si vede, ma lo si gusta’”. Io non so Dio, attraverso di lui avverto come una forza magnetica di cui uno dei poli è interno a me e l’altro interno all’amico incontrato, rivelato da Cristo: in questo modo Dio accade quando siamo in relazione d’ascolto, di compassione, di solidarietà, di parola. Parola che non parla di Dio (sarebbe una parola solitaria) ma è parlata dallo “zucchero” di Dio nel “bicchiere d’acqua”, che è colui che parla. Parola che non dimentica mai di essere in relazione prima di tutto con l’altro che ascolta. Parola che rimane in “un luogo di verità che è tra chi, in me, parla e chi io sono”, ma parallelamente in colui che ascolta, “l’altro che è là, che può pensare in maniera completamente diversa, rifiutare completamente, per esempio, la mia idea dell’alterità”. Luogo di verità che abita questo doppiamente relativo, alle due estremità di una relazione umana. Vi parlo attraverso questo articolo di Évangile et liberté e non posso raggiungervi che attraverso altre parole che mi hanno raggiunta, che mi hanno preceduta. “Si crede ancora che Dio regni, che giudichi, o che agisca in noi e per il mondo. Ma no! Semplicemente risplende. La luce è il suo modo di essere.”

Così, vedete, non saprei, da sola, dire Dio! Tutto questo è così difficile, e così semplice a un tempo. Essere libera da ogni desiderio di cercarlo, di trovarlo; confidando in una non-scienza di lui; essere sempre stupefatta, meravigliata da quei frammenti di istanti furtivi in cui mi sembra di dare del tu all’eternità. Terminerei ancora con una citazione, lasciandovi scoprire, come in un gioco, chi ha parlato e dove: Jacques Juillard, Meister Eckhart, Wautier d’Aygalliers à proposito di Charles Wagner, Maurice Bellet mi hanno accompagnata in questa meditazione. “È perché prego Dio che mi distacco da Dio.”

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