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Per un po’ di sapone

 La Bibbia ci racconta che la creazione è buona, molto buona. In questa creazione, l’uomo è a immagine di Dio. Se ne può dedurre senza troppa difficoltà che l’essere umano è ben fatto.

Il corpo pone sempre dei problemi ! L’arte ne sa cogliere la bellezza e talvolta oggigiorno il corpo è oggetto di un culto idolatrico o, al contrario, disprezzato e lasciato in abbandono. Un equilibrio è necessario. Il nostro corpo è l’involucro del nostro spirito, riceve i messaggi da di fuori, li analizza e vive in essi. Per questo deve essere rispettato. Il nostro essere è legato al corpo, è questo stesso corpo che riceve anche lo Spirito. Per i greci e i cristiani è la sede dell’anima…Rispettiamo dunque il corpo umano perché questo rispetto è segno di dignità umana.

Uscendo da un campo di concentramento nazista un uomo racconta di essere sopravvissuto a quell’inferno facendo finta di lavarsi ogni mattina. In un universo in cui non c’era sapone, poca o nessuna acqua, per i prigionieri disprezzati e torturati, aver saputo custodire la dignità di sé, del proprio corpo, del proprio essere, anche senza sapone e senza acqua, si era rivelato decisivo.

Oggi questa dignità di sé ci appare in piena luce, per effetto di contrasto, quando incrociamo la gente di strada, essi che tutto hanno perduto, fino alla stima di se stessi. La sporcizia li invade molto spesso, si impone a loro. Essa è il segno di una rovina interiore, nuovo fardello che si aggiunge agli altri. Molto spesso il cattivo odore di un clochard fa il vuoto attorno a lui. Nel precipitare verso l’esclusione si perde il senso dell’igiene. Solitudine, perdita dei legami sociali, droga, alcool, vagabondaggio, disoccupazione, tutti questi elementi contribuiscono, con la sporcizia fisica, a quell’abbandono della dignità umana e accentuano la fragilità del corpo (malattie infettive, infezioni delle piaghe, ascessi etc.).

Le associazioni che aiutano i senzatetto hanno capito bene l’importanza dell’igiene corporale. Purtroppo sono rari i luoghi di accoglienza forniti di stanza da bagno, anche rudimentali, da mettere a disposizione di chi vive in strada.

In risposta agli appelli alla generosità del pubblico, pensiamo spesso a donare vestiti o cibo. Ci occupiamo delle cose più urgenti dimentichiamo sovente che è necessario donare alle associazioni (o direttamente a un senza fissa dimora che si conosce) anche sapone, dentifricio e altri prodotti dello stesso tipo.

L’Esercito della Salvezza, con la sua triade Zuppa, Sapone e Salvezza l’ha capito molto bene. Potersi lavare almeno le mani, alla fontana pubblica, a un incrocio di strada, resta un gesto essenziale. Offrire ai propri figli un minimo di igiene, anche in una stanza d’albergo sovraffollata, è una necessità assoluta, una protezione contro numerose malattie e l’apprendimento della stima di sé senza la quale vita degna di questo nome è realmente possibile.

Aiutare in questo senso è facile. Naturalmente si può aiutare a titolo individuale, ma anche le chiese e i catecumeni possono sicuramente partecipare in maniera concreta a delle collette di questi prodotti. È un aiuto che “parla” ai giovani e alla quale partecipano facilmente. Ma è vero anche per altri gruppi…

Un sapone ! (se possibile piccolo in quanto trasportabile e naturale) è così semplice e così importante, persino vitale… Ci penseremo domani, nel nostro bagno.

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