Jean-Marie de Bourqueney
Traduzione Giacomo Tessaro
Le nostre esistenze umane sono dei viaggi, con la loro parte di sorprese e di progetti, di incontri e di introspezioni. L’Antichità non si è sbagliata nel raccontare la storia simbolica di tre personaggi che divengono parabole delle nostre vite: Abramo, Ulisse e Siddharta Gautama ( divenuto il Buddha ). I tre escono da se stessi, intraprendono un periplo che costituirà la loro identità; ma i tre ne trarranno delle conclusioni radicalmente divese.
Ulisse è la figura dell’avventuriero che la sua dolce Penelope attende come se dovesse ritornare da un giorno all’altro. Il suo viaggio sarà ricco di esperienze, positive e negative, che lo cambieranno. Diventerà attore di avvenimenti che fino ad allora aveva subito. Una volta terminato il suo periplo, una volta divenuto un adulto autonomo ( oggi si direbbe un leader, dal momento che si ritiene che parlare inglese sostituisca il pensiero…), ritornerà nella sua natia Itaca, vi ritroverà la sua famiglia e il suo “ posto “, arricchito dalle sue esperienze. Ulisse è il ritorno!
Siddharta Gautama esce dal suo palazzo, dalla sua condizione “ protetta “, per scoprire il mondo. Vi incontra le varie sofferenze umane. Ne trae una conclusione radicale: quella del “ risveglio “, cioé dell’uscita dalla storia e dalle proprie passioni responsabili della sofferenza. Il Buddha è l’uscita !
Quanto alla figura di Abramo, anch’essa simboleggia l’uscita, ma all’inizio della propria esistenza. Abbandona la sua “ terra “ di Caldea verso un altrove più o meno promesso. Poiché egli non sa per dove è partito, ma parte con quella convinzione che la presenza di Dio l’accompagna, che la sua esistenza ha un senso che egli gli fa scoprire. Abramo è l’avventura !
E io, io chi sono? Volta a volta Ulisse, quando aspiro al ritorno alla mia terra natia ( il mio “ ritiro “ come un ritorno…), Buddha, quando voglio fuggire lontano dal tumulto superficiale dell’agitazione umana, o Abramo, quando cerco il senso ( il significato e la direzione ) della mia esistenza. Sì, per carattere, sono i tre ! Ma la mia convinzione teologica è abramitica: vivo nell’avventura delle idee, nell’incontro delle convinzioni. Vado sempre verso un altrove del pensiero, dove non sono mai solo.
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