Accueil / Traductions / Italiano / “Basta a ciascun giorno il suo affanno” Matteo 6,34

“Basta a ciascun giorno il suo affanno” Matteo 6,34

Sono appena rientrato dall’ospedale e sono rimasto segnato dall’atmosfera di questo incontro che peraltro non è durato che una decina di minuti. Mi sovviene prima di tutto il calore bonario della sua accoglienza. Non ci conoscevamo, ma paradossalmente ho avuto la sensazione che fosse piuttosto lui che mi veniva incontro, che io a rendergli visita. Sono rimasto colpito dalla semplicità di quest’uomo, il cui percorso professionale l’aveva orientato verso dei mondi sofisticati che io non frequento quasi per nulla. Ma mi ricordo soprattutto della sua volontà feroce di preservare la sua dignità di essere umano. Aveva sete e il suo bicchiere di plastica era vuoto. Rifiutando la mia goffa offerta di aiuto, non ha risparmiato le forze per ordinare alla sua mano di appoggiarsi sul pulsante di chiamata dell’infermiera. Gesto anodino, e, per lui, immensa vittoria sul suo tumore che lo paralizza poco a poco, ogni giorno di più.

Domani, mi disse, non lo potrò più fare, e allora mi aiuterà, ma oggi… La frase resta a mezz’aria su un sorriso trionfante. Era una vittoria, come lo era la costante preoccupazione di guardarmi in faccia. La sua nuca era semiparalizzata e lo sforzo di girare la testa era evidente. Ma sembrava tenerci a questo faccia a faccia.

I suoi parenti mi hanno detto che questo atteggiamento non era riservato a me. L’ha fatto suo durante tutta la malattia, fin dall’inizio. Si è battuto per conservare la sua autonomia, rifiutando cortesemente le diverse offerte di aiuto che ha ricevuto. Ha lottato con se stesso per fare i suoi acquisti e prepararsi da mangiare. Ha sopraffatto la sofferenza per continuare a vedere i suoi amici e soprattutto per ridere con loro al bistrot del quartiere. Ha vissuto nel presente, sforzandosi di essere disponibile per coloro che venivano a trovarlo. Non per un imperativo morale, ma per una questione di dignità.

All’inizio credevo che questo atteggiamento significasse una fuga dinanzi alla sua situazione, un rifiuto di vedersi com’era: un essere roso da un tumore e vicino alla morte. Ma forse c’era anche questo nel suo atteggiamento? Chi potrebbe far fronte a questa situazione senza cercare di fuggirne, di negarla?

Ma oggi credo che questo atteggiamento rivelasse piuttosto la preoccupazione di non cedere alla malattia e alla morte la loro più grande vittoria: la disumanizzazione. Si sapeva prossimo alla morte e non lo nascondeva, ma si rifiutava di perdere la sua umanità.

Non era un santo e aveva delle serie reticenze a proposito della Chiesa e del suo insegnamento,. Non cerco quindi di recuperarlo. Ma per me resta la più bella illustrazione di questa parola di Gesù: “Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Nel mio ufficio ho preso l’abitudine di accendere una candela. Simbolo infantile e forse insignificante per segnare la permanenza di Pasqua nella prossimità di Dio. Dio tra gli esseri umani, Dio che valorizza l’umanità. Contemplando questa piccola fiamma vacillante voglio credere che la battaglia di quest’uomo non sia né insignificante né inutile. Se c’è un cammino di eternità, esso passa per l’umanità.

Don

Pour faire un don, suivez ce lien

À propos Évangile et liberté

.Evangile-et-liberte@evangile-et-liberte.net'

Laisser un commentaire

Ce site utilise Akismet pour réduire les indésirables. En savoir plus sur la façon dont les données de vos commentaires sont traitées.

En savoir plus sur Évangile et Liberté

Abonnez-vous pour poursuivre la lecture et avoir accès à l’ensemble des archives.

Continuer la lecture