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Le parole non amate: Sessualità

Di Michel Leconte
Michel Leconte, nato nell’aprile del 1949, si è diplomato alla Scuola di Psicologia Pratica in psicopatologia clinica. Di formazione psicanalitica, ha esercitato la professione nella Marina francese. Di origine cattolica, nel 1989 è entrato a far parte della Chiesa Riformata di Francia e della sua corrente liberale.

Traduzione di Giacomo Tessaro

Ogni mese ci proponiamo di esaminare una parola che riguarda il cristianesimo, e che può apparire disturbante, dolorosa o complessa. Quello che ci disgusta a volte la dice lunga su ciò che siamo, e su ciò che ci guida nella nostra fede. Dietro alle parole che non ci piacciono troveremo forse un’idea comune, che parla a ciascuno di noi senza che ne siamo coscienti.

Fin dagli albori del cristianesimo la sessualità è stata oggetto di una intensa repressione, ed è stata a lungo considerata una concessione, quasi peccaminosa, alla procreazione (cfr., per esempio, sant’Agostino).

Se la sessualità non fosse altro che una funzione biologica riproduttiva, non porrebbe grandi problemi morali ai cristiani: è piuttosto il piacere che se ne può trarre che è fonte di angoscia, se non è giustificato da un “fine più nobile”. Ecco perché da sempre il cattolicesimo ha presentato ai cristiani la condizione religiosa virginale come l’ideale della vita cristiana perfetta, in quanto anticiperebbe in questo mondo la vita eterna e le condizioni nelle quali sarà vissuta. Il cristianesimo è l’unica religione a insistere così fortemente sull’abolizione della sessualità nella vita eterna, e a insistere del pari fortemente sul fatto che il suo profeta, Gesù, non abbia mai avuto una vita sessuale: una verginità poi estesa a sua madre… anche se Gesù non ha mai fatto cenno alla sua condizione di celibe o di uomo sposato per parlare del suo Dio e del suo Regno.

Ne è risultato un disprezzo di tutti i valori propri alla vita sulla Terra, di cui il celibato sacerdotale rimane segno eclatante. L’ex monaco Lutero, sposatosi nel 1525, ha avuto sei figli, perché vedeva nelle prevenzioni verso la sessualità una falsa interpretazione dell’Evangelo e un errore pernicioso sulla natura della vita umana e cristiana; ne è seguito un profondo rivolgimento culturale, che fino ai nostri giorni il cattolicesimo si è sforzato di combattere. Sarebbe stato in effetti un peccato che la Chiesa falsasse il contenuto dell’Evangelo, pretendendo che esso spieghi e giustifichi integralmente il suo atteggiamento verso la sessualità.

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À propos Gilles

a été pasteur à Amsterdam et en Région parisienne. Il s’est toujours intéressé à la présence de l’Évangile aux marges de l’Église. Il anime depuis 17 ans le site Internet Protestants dans la ville.

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