Di Laurent Gagnebin
Traduzione di Giacomo Tessaro
Laurent Gagnebin è stato pastore della Chiesa Protestante Unita di Francia a Parigi, poi professore all’Istituto Protestante di Teologia (facoltà di Parigi). È stato presidente dell’Associazione Évangile et Liberté e, per dieci anni, direttore di redazione del medesimo mensile.
La teologia, come ogni disciplina, è una ricerca permanente, per questo ha bisogno di costruire un suo vocabolario, che evochi le idee che essa va elaborando. Ma, come in tutti i linguaggi specialistici, le sue parole divengono a volte inaccessibili. In questa serie vogliamo rendere più semplici delle parole che in realtà non lo sono. La teologia è alla portata di tutte e tutti!
L’apologetica è quella branca della teologia che si propone di difendere la fede e le dottrine cristiane dagli attacchi degli avversari. I teologi dei primi tre secoli sono stati spesso chiamati “apologeti” o “apologisti” perché le loro opere si proponevano anzitutto di rispondere agli attacchi degli ebrei prima, dei pagani poi.
In tutta la storia del pensiero cristiano si può vedere quest’ansia apologetica che cerca di dimostrare l’eccellenza e la verità del cristianesimo rispetto ad altri sistemi di credenze.
Gli sforzi apologetici hanno troppo spesso generato atteggiamenti negativi e aggressivi; una parte importante della teologia dovrebbe quindi essere consacrata all’incontro con l’altro e all’ascolto positivo dei suoi interrogativi. La teologia non è una riflessione in un ambiente stagno, bensì una “teologia della cultura” (Paul Tillich), un dialogo segnato da uno spirito di accoglienza e di apertura.
Forse l’apo-logetica dovrebbe divenire piuttosto una sin-logetica, vale a dire un “dibattito con”, non una “polemica contro”. Riceverebbe gran parte della sua identità dagli apporti del dialogo, per esempio, con le altre religioni, tra scienza e fede, arte e religione, filosofia e teologia, ateismo e cristianesimo. Non si tratterebbe tanto di contrastare i non credenti, quanto di scoprire che essi non necessariamente si oppongono a un cristianesimo autentico, quanto alle pratiche infedeli, alle immagini alienanti di un aldilà che giustifica la nostra passività, a un cristianesimo disincarnato. Le varie rappresentazioni di un Dio onnipotente ma indifferente di fronte alle nostre sofferenze, le varie credenze contrarie ai concetti della scienza indignano anche molti che si sono distacca
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