Bisogna sapere che, per la maggior parte, tali opere sono fortemente segnate dalle numerose confessioni di fede che le hanno precedute, che a loro volta sono, all’origine, il riflesso di epoche remote, oltretutto adattate alle esigenze delle dogmatiche ecclesiastiche. Queste ultime sono servite e servono ancora da punto di riferimento per apprezzare, giudicare o condannare chiunque rimetta in discussione la verità delle loro proposizioni, tanto più che sono, per le esigenze della causa, ricche di citazioni delle Scritture e di esegesi più o meno dubbie. Inoltre, ed è la cosa senza dubbio più grave, tali sistemi dogmatici hanno scavato un abisso tra la dottrina ecclesiastica e la predicazione. Il pastore Charles Wagner (1852-1918) ne denunciava il “formalismo” e l’”aridità razionalista” che soffocano la pietà, generano il dubbio, tolgono ogni certezza e attaccano le coscienze… mentre l’Evangelo è un messaggio di vita, di liberazione.
Avrete capito che non si tratta di proibire all’Uomo l’uso della ragione, che è un dono di Dio. Si tratta di mettere in guardia contro la deriva, la deviazione mortale che consiste nel rinchiudersi in un sistema dimenticando il Modello. Una dogmatica non è che una costruzione tra le altre. Chi non ha mai giocato al Meccano, durante l’infanzia e non solo? Che rapporto c’è tra le dogmatiche presenti, passate e future e il Modello che le ispira? Che rapporto c’è con quel Dio che dal Deuteronomio all’Apocalisse dichiara “Io sono il Vivente”?
Pour faire un don, suivez ce lien