Ma il messaggio biblico non trasmette una visione esclusivamente pessimista sull’essere umano e le sue opere. L’Antico Testamento dice già la grandezza dell’uomo e non solo la sua impotenza (vedi il Salmo 8). Certo non possiamo essere gli autori della nostra salvezza; ma bisogna per questo ridurre l’uomo al nulla della sua condizione mortale e peccatrice? Il Nuovo Testamento (2 Pietro 1:4) non parla anche della nostra partecipazione (comunione) alla natura divina? Paolo afferma che “noi siamo infatti collaboratori di Dio” (1 Corinzi 3:9). Abbiamo qui, per l’uomo con Dio, come sottolineano la confessione ortodossa e numerose correnti cattoliche e protestanti, un’azione comune (sinergia) divino-umana.
Berdjaev (1874-1948), insistendo sulla vocazione creativa dell’uomo, affermava che le nostre azioni creative arricchiscono la stessa vita divina. L’Eterno ha bisogno di noi. Ci attende. Ci aspetta al suo fianco nelle lotte di un mondo in costruzione. Se in Gesù noi ascoltiamo una Parola di Dio, allora è proprio Dio che ci chiama in aiuto e soccorso quando Gesù dice ai suoi discepoli nel Getsemani: “Vegliate con me” (Matteo 26:38).
Pour faire un don, suivez ce lien