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Pro Life (contro l’aborto) pro-pena di morte

La discussione è ricorrente negli Stati Uniti e l’attuale campagna presidenziale non l’ha evitata! Vedasi Rick Perry, governatore republicano del Texas, interpellato di recente all’occasione di un dibattito nel suo partito a proposito della sua posizione favorevole alla pena di morte. Il Texas, va ricordato, è lo Stato americano che conta il numero maggiore di esecuzioni capitali (nel 2010 sono state 17 sulle 46 del l’insieme del paese). Conferma di sostenere la pena di morte, ma diceva con altrettanta fermezza nell’ultimo giugno, nel quadro di una manifestatzione anti-aborto, che credeva « la vita umana essere un dono sacro venuto da Dio ». Cercate l’errore!

Il quotidiano The Washington Post ha riproposto il dibattito nella sua rubrica On Faith (questioni di fede): è compatibile per un cristiano essere tutt’insieme contro l’aborto e per la pena di morte?

Primo commento, di Susan Brook Thistlethwaite, professore al Chicago Theological Seminary:

« Se siete favorevoli alla pena di morte, siete appena cristiani. Vi comportate piuttosto come gli antichi Romani che condannavano a morte i prigionieri, tra i quali Gesù. Essere per la pena di morte è una ideologia romana, non cristiana. I Romani adoperavano il potere per tenere il popolo a bada, contrariamente a Gesù che proponeva di condividere il potere, un regno fatto di solidarietà. Il modello di potere imperiale romano prometteva la pace mediante la vittoria – appoggiata sulla pena di morte – e Gesù propone la pace mediante la giustizia. {…} Essere favorevole alla pena di morte nella Roma antica o nel Texas di oggi significa scegliere il campo del potere piuttosto che quello della giustizia. Allo stesso modo, la scelta anti-aborto si congiunge al potere, al controllo. E se la vita è sacra per i pro-life, perchè si permettono di assassinare – come è stato fatto più volte – i chirurghi che praticano l’aborto? O lanciare attacchi contro i servizi di sanità aperti alle donne e sopprimere i sussidi alla pianificazione familiare, che nel 90% dei casi fanno prevenzione ed evitano aborti? Le scelte pro-life e pro-pena capitale del governatore Rick Perry non hanno niente a che vedere con una etica di vita seria, sono radicate nel desiderio del potere e della dominazione, contradicendo l’ideale di guarigione e di solidarietà proposto da Gesù di Nazareth.

Un’altra voce si è espressa nel Washington Post sullo stesso tema, quella di John S. Spong, vescovo episcopaliano (anglicano) statunitense – citato parecchie volte in Evangile et Liberté – che risponde di « non capire che si possa essere sorpreso dalle contradizioni delle persone religiose. La parte più religiosa del nostro paese ha praticato e difeso tutt’insieme la schiavitù e la segregazione senza scrupoli alcuni. Se le voci della destra religiosa protestante e del Vaticano non si esprimessero più, l’opposizione ai diritti fondamentali degli omosessuali sarebbe quasi inesistente. Sono i zelanti religiosi del movimento pro-life che uccidono i medici nelle cliniche della pianificazione familiare. Ho ricevuto io stesso delle minacce di morte. Nessuna proveniva da atei o buddisti, ma tutte da « veri » cristiani che si riferivano alla Bibbia. La religione del nostro tempo parla più di controllare il comportamento della gente, di minaccia e di paura, che non di amore, di libertà e di sviluppo dell’umanità. Il Gesù che diceva « Amate i vostri nemici » e « Sono venuto tra voi affinchè abbiate la vita in abbondanza » deve piangere quando vede quello che gli umani dfanno nel suo nome ».

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