La musica mantiene strette relazioni con la fisica. La costruzione della gamma, per esempio, con la sua curiosa ripartizione dei toni e dei semitoni, che sembra aleatoria, si può comprendere abbastanza facilmente a partire dagli armonici. Questo spiega il fatto che si ritrovi la stessa gamma presso la maggior parte delle civiltà. Il matematico Joseph Fourier (1768-1830) è all’origine dell’analisi armonica, e la stessa armonia tonale beneficia di un’importante chiarimento grazie a queste leggi fisiche.
La percezione del suono non si svolge solamente con le orecchie: tutto il corpo partecipa. Il suono è una vibrazione dell’aria che può far entrare in risonanza il torace, il ventre, la testa… La musica impregna tutto l’essere ! È un’arte molto fisica, per l’ascoltatore come per l’interprete. Molti strumentisti, come i cantanti, utilizzano il fiato per produrre il suono (come non pensare a Genesi 2,7 e a quel soffio di vita che Dio comunica all’uomo?), usando tutto il loro corpo per suonare… e l’ascoltatore entra in risonanza.
Una specificità importante della musica è che si svolge nel tempo. Essa presenta quindi due dimensioni: ogni voce che scorre nel tempo produce una melodia (dimensione chiamata “orizzontale”, in relazione con la notazione musicale; il canto gregoriano è uno dei primi esempi); e in ciascun istante l’incontro delle voci produce degli accordi (dimensione “verticale”).
Ma si capisce che la scienza non basta a spiegare la bellezza di una sinfonia ! Da Janequin a Mahler, passando per Bach, le orecchie degli ascoltatori sono evolute, le abitudini e le leggi della scrittura musicale sono cambiate. E alla fine, come per ogni arte in ogni epoca, rimane un parametro personale irriducibile e inesplicabile: questo mi piace; quell’altro no !
Michel Corboz, celebre capocoro svizzero la cui fama ha attraversato gli ultimi cinquanta anni, è stato intervistato da Antoine Bosshard. In questa conversazione egli precisa cosa intenda per “musica sacra” e le relazioni che coglie tra musica e religione.
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