La Saggezza è personificata. È come una bambina che si rallegra in presenza di suo padre e suo padre la guarda fare. Lei non lo disturba, gioca tranquillamente, è saggia -ovvio, è la Saggezza !- Ella trova la sua gioia. Tutti i giorni lei è là. Lo guarda fare. Certi esegeti dicono che lei lo aiuta, che è il suo architetto. Un architetto felice e che trova la sua gioia. Gioca aiutandolo. Gioca senza fermarsi. È esuberante di gioia mentre lui crea il mondo.
Nondimeno il compito è complicato e difficile: bisogna costruire sull’abisso, canalizzare le sorgenti in basso, fissare le nuvole in alto, tracciare il limite del mare e dare un fondamento solido alla terra.
Ma Dio lo fa volentieri per la sua figlioletta che lo guarda fare rallegrandosi: la sua presenza, il suo buonumore sono deliziosi.
E la creazione di Dio ne porta gli effetti. È una creazione riuscita nella quale si può giocare, essere sorridenti e felici in ogni tempo.
E infine appaiono gli uomini. Non temono che il mare debordi poiché Dio ne ha fissato il limite, non hanno paura dell’abisso perché Dio ne ha fissato le frontiere e non vi si cade più. La terra ha delle fondamenta solide.
Tutto questo è ben pensato, ben organizzato. Del resto certi dicono che la Saggezza vi ha collaborato: era lei l’architetto.
E tutto questo è stato fatto nella gioia, con il sorriso, deliziosamente.
E la Saggezza trova la sua gioia anche tra i figli degli uomini. I figli degli uomini possono anch’essi trovare gioia in questo mondo e, anch’essi, fare la gioia di Dio; Dio non è disturbato dagli uomini, poiché anche gli uomini fanno la sua gioia.
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