Di André Gounelle
Traduzione di Giacomo Tessaro
La nostra Repubblica si dibatte tra vari odii: quelli che motivano attentati e aggressioni; quelli espressi dagli studenti quando in classe si parla degli avvenimenti dello scorso gennaio; quelli contro gli immigrati, gli arabi, gli ebrei; quelli che nascono quando ci si sente dimenticati, disprezzati, maltrattati o minacciati. Ci felicitiamo, con ragione, dell’unità nazionale che manifestiamo nei momenti di grande impatto emotivo; rimane tuttavia il fatto che essa è più apparente che reale.
Che la società francese sia in preda agli odii è una costante della sua storia: pensiamo alle guerre di religione, alla Rivoluzione, alle lotte tra destra e sinistra, alla “lotta di classe”, all’affare Dreyfus, al periodo ’40-’45 (l’epoca “in cui i Francesi non si amavano” come diceva il presidente Pompidou) etc.
Si parla molto dei “valori repubblicani”, che definiscono un possibile “vivere insieme” tra gente che si detesta; non sopprimono l’odio, ma ne limitano gli effetti. È una cosa positiva, ma forse non sufficiente: come andare più in là? L’amore non è un decreto. Quando la Bibbia dice “amerai il prossimo tuo”, io vi vedo una promessa che è più di un comandamento: Dio vi renderà amanti, e questo non lo possono fare né la buona volontà, né l’educazione, né la legge. Senza togliere assolutamente nulla alla laicità, forse qui la spiritualità può dare un aiuto alla Repubblica indicando a ciascuno di noi ciò che ha la forza di dominare gli odii, giustificati o meno, che tutti ci portiamo dentro.
Pour faire un don, suivez ce lien